“Cerimonia spettacolare con il plauso delle massime cariche nazionali e internazionali. I nostri podi? Faccio l’in bocca al lupo alla delegazione. Poi – dice Mauro Nasciuti – penso al volley femminile e alle nostre regine Cusinato, Folorunso e Bogliolo”
di Mario Frongia
“La cerimonia inaugurale? In linea con la tradizione e la filosofia sposata nelle trenta precedenti edizioni”. Mauro Nasciuti, veterano di una caterva di eventi internazionali legati allo sport universitario e federale, taglia corto: “Ma un aspetto su Napoli 2019 va messo in forte evidenza: per noi del Cusi è stato molto significativo che le principali posizioni di responsabilità del mondo dello sport nazionale, da Giovanni Malagò ai presidenti delle federazioni, si siano resi conto del livello raggiunto dello sport universitario mondiale e della manifestazione. E alla fine dei quindici giorni di gare potranno apprezzare anche l’alto livello tecnico degli eventi”. Intanto, dopo due giorni di gare il medagliere azzurro prende corpo. Nel team Cusi la soddisfazione è nitida: “E siamo solo agli inizi” dice il dirigente ligure.
Partiamo dal via. Quando si arriva al traguardo e si ricevono le congratulazioni delle principali cariche nazionali e internazionali si rischia di scordare il percorso fatto. Cosa c’è stato dietro le quinte?
Non voglio generalizzare ma penso a quanta fatica si è fatta in avvio per convincere le federazioni della bontà del progetto. Tanto che le risposte più entusiastiche le abbiamo avute da subito da quelle meno forti.
Torniamo all’inaugurazione di mercoledì sera. Qual è la cerimonia accostabile a quella che ha aperto Napoli 2019?
Rimane scolpita nella memoria l’apertura di Pechino 2001. Aveva e ha avuto un’importanza storico e politica incredibile. Nata da una grande intuizione di Primo Nebiolo. Il presidente è stato abile nell’intuire che la capitale della Cina sarebbe stata designata per le Olimpiadi un mese prima delle Universiadi. Ricordo una presenza mediatica spaventosa, venne seguita dalle grandi testate internazionali e la nostra Rai fece cose eccezionali.
Da Pechino a Fuorigrotta. Quali sono le previsioni sui team?
Intanto, Corea del sud, Cina e Giappone sono le corazzate. E lo si intravede anche da queste prime competizioni. Ma mi hanno impressionato gli Stati Uniti e confermo la leadership annunciata della Russia. Questi paesi saranno quasi certamente davanti all’Italia. Su scala europea ci darà filo da torcere la Francia. Ma diremo la nostra fino in fondo.
Se dovesse fare un nome da podio, su chi scommetterebbe?
Ne faccio tre. Ilaria Cusinato, che fino a dure ore prima del raduno per la cerimonia era in piscina ad allenarsi, ha già colto la medaglia di bronzo. Ayomide Folorunso (23 anni, origini nigeriana, parla emiliana fa il terzo anni di medicina ed è in regola con gli esami, oro nei 400 ostacoli a Taipei, ndr) si candida con forti probabilità assieme alle migliori al mondo.
E la terza?
Ho nel cuore, anche perché è di Alassio, Luminosa Bogliolo. Parliamo dell’atleta più in forma del momento, ha eguagliato il record italiano sui 100 ostacoli con 13″76 e mi ha promesso di non averlo battuto solo per ritoccarlo qui alle Universiadi. Battute a parte, rimarco un aspetto: con questo tempo è già ampiamente dentro gli standard richiesti dai mondiali di Doha di fine anno.
Qual è l’auspicio nascosto di Mauro Nasciuti?
Le medaglie che da sempre danno più soddisfazione al Cusi e al movimento sportivo universitario sono quelle di squadra. La lotta è serrata ma spero che combinino qualcosa di buono le ragazze della pallavolo allenate da Luca Pieragnoli.