Sport e disabili, consapevolezza e umanità

Sport e disabili, consapevolezza e umanità

Presente e futuro di un mondo ricco di prerogative, coraggio, determinazione. Il gol del Cus l’Aquila: “Attenzione, cultura e impegno con questi ragazzi, sono per noi motivo d’orgoglio” dice il presidente Francesco Bizzarri

di Mario Frongia

“L’Aquila e il Cus? Siamo felici per aver aperto i campionati nazionali primaverili con gli Special Olympics. E li chiuderemo con i ragazzi del Comitato paralimpico”. Francesco Bizzarri, presiede dal 2007 il Centro sportivo universitario dell’Università de L’Aquila. Medico, ex calciatore, sportivo di razza. Una ragione di più per guardare lontano. E affrontare, maniche ben rimboccate e passo lesto, un universo che regala gioia e fatica, sudore e sacrifici. Un mondo che avanza e conquista. Diritti e rispetto, innanzi tutto. “Appena arrivato al Cus ho curato una piccola nicchia di atleti ipovedenti. Una ventina di ragazzi meravigliosi. Per i quali, da medico, da padre e da dirigente, ho provato da subito sensazioni speciali. Da qui, anche grazie alle esperienze maturate, ho accelerato. E dato una corsia preferenziale ai disabili. Un esempio? Il mio primo atto da presidente del Cus è stata la messa a norma delle strutture con l’abbattimento delle barriere architettoniche. Dal volley al bar, le scale, gli spogliatoi del Palasandolo. Tanto che – spiega il dottor Bizzarri – tre anni fa la Giornata dei disabili tenutasi a L’Aquila, si è svolta da noi, unica struttura che poteva ospitare tra le altre, le nazionali di basket e tennis in carrozzina”.

OBIETTIVI. Specializzato in ortopedia e medicina dello sport (“Settore che mi ha fatto conoscere da vicino i problemi dei portatori di handicap”), il presidente cussino si porta avanti col lavoro. “Quando ci siamo visti con Antonio Dima per i Cnu, ho avuto gioco facile nel proporre un segnale specifico per lo sport universitario. I disabili e le loro storie sono oro per i campionati,  per i partecipanti e per tutti noi”. Dalle parole ai fatti. Intanto, con il coinvolgimento di 264 Special Olympics provenienti da mezza Italia che si sfidano a basket. Ma non solo. “Dal 27 ottobre al 3 novembre prossimo avremo qui da noi i campionati europei di Goalball, riservati agli ipovedenti, con tredici nazioni in campo”. Un bel colpo.

SPIN, INCLUSIONE DI PREGIO. Con le principali associazioni che operano nel settore delle disabilità, il convegno curato dal Cus L’Aquila nell’ambito dei Cnu 2019, ha colto nel segno. Ai lavori tenutisi all’auditorium “Renzo Piano” hanno preso parte i consiglieri Cusi Antonio Dima (segretario generale), Gianni Ippolito ed Eugenio Meschi (Sassari e Varese, vice presidenti) e Maurizio Cechini (Genova). Applausi speciali per la lectio magistralis di Gianfranco Beltrami, (responsabile sanitario Cusi e vice presidente della Federazione medicina dello sport) sul tema “Lo sport come riabilitazione fisica e mentale”. Interventi anche dalle referenti degli atenei del capoluogo abruzzese e di Teramo, le professoresse Monica Mazza e Alessandra Martelli, operative anche nel Cnud (Conferenza nazionale universitaria per la disabilità). “L’Università ha a cuore le nostre proposte. Abbiamo ricevuto attestati di stima anche dalla rettrice Paola Inverardi e dagli assessorati allo sport di regione e comune. Hanno confermato grande vicinanza al nostro lavoro e sanno quanto sia vitale il progetto Spin, ovvero la sintesi efficace per coniugare sport e inclusione e non farci trovare impreparati in futuro. Il tutto – precisa Francesco Bizzarri – fa capo alla legge emanata dal Miur che disciplina sui referenti per la disabilità negli atenei”.

Il pallone degli Special

Retroscena di pregio firmato dal vice campione del mondo Paolo Aquilio. Tra sensibilità e coraggio, un gesto che colpisce

Un pallone da calcio rosso arancio griffato Special Olympics. Il vice campione del mondo di basket Paolo Aquilio, reduce dal podio dai campionati iridati di basket riservati ai disabili svoltisi a Dubai, ha donato ad Antonio Dima la palla con il logo degli Special. Per il segretario generale del Cusi, occhi umidi e sensazioni particolari.

La persona prima della disabilità

Sabrina Banzato non ha dubbi: “I progressi sono stati numerosi e concreti ma c’è ancora da fare. Il progetto Spin sostenuto dal Cusi è oasi di formazione avanzata”

“Sport per l’inclusione, un passo per il presente e teso al futuro” dice tutto d’un fiato Sabrina Banzato. Il concetto è noto. Pare sentito e risentito. Ma di fatto, c’è da mettersi sotto. “Sì, il tema delle diverse abilità è di importanza cruciale nonostante da anni se ne parli e si lavori. Si è passati dall’integrazione all’inclusione e occorre ancora tanto”. Specialista in Servizio sociale e sociologia della salute, presidente e fondatrice dell’associazione SocialNet di Gabicce Mare, la dottoressa Banzato rilancia: “Purtroppo è ancora attuale il bisogno e l’impegno. Ma qualcosa di nuovo si intravede. Ad esempio, una volta non si studiava nulla nei percorsi universitari per istruttori sportivi. Oggi se ne parla, magari in modo patologico si ragiona più della malattia che della disabilità intesa come differenza del soggetto nella società. Invece, noi e il Cusi ci teniamo a insegnare che una differenza può trasformarsi in una grande ricchezza”.

AZIONI FORMATIVE. Il gol dietro l’angolo. Quello che aiuta, illumina, dà forza e dimensione globale a quanti combattono le disabilità e alle loro famiglie. “Un passo decisivo? Magari l’Università potrebbe farsi carico di rompere i divari tra la scuola secondaria e il mondo del lavoro. Sono mondi con barriere da superare, gli atenei potrebbero rompere  autorevolmente le righe. Quel che serve – rimarca Sabrina Banzato – è un dialogo allargato. Con una precisazione: gli studenti disabili vanno accompagnati prima, durante e dopo il percorso di studio. E di inclusione. Perché il concetto chiave è proprio questo: il lavoro va centrato sulle persone disabili che studiano e fanno sport”. SocialNet ha progettato Spin per il Cusi ed è consulente di sviluppo per assistenza tecnica e formazione. “Centrale e trasversale. L’argomento è bello nitido: relazioni umane tra persone. L’auspicio? I corsi di azione formativa dovrebbero diventare strutturali. Al Cusi e non solo”.

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