INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL CUSI

INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL CUSI

Università e sport, simbiosi d’eccellenza per il sistema Paese

“Da settant’anni lo sport universitario in Italia è capitolo chiave. Vantiamo tradizioni, risorse e idee. Siamo pronti – rimarca Lorenzo Lentini – per le nuove sfide”

Mario Frongia

“Se l’Unione europea e il governo chiedono al Coni modalità innovative e un modello di sport che includa, avvicini e permetta una crescita globale, noi ci siamo”. Lorenzo Lentini coglie l’attimo. Proprio mentre Giuseppe Conte accetta l’incarico da premier datogli da Sergio Mattarella, il presidente del Cusi affina e cuce una trama che ha al centro le nuove generazioni. I futuri amministratori di un’Italia che deve cambiare marcia. Trovare nuovi stimoli, rilanciare talento, operosità e intuito. “Elementi che teniamo a mente e perseguiamo da settant’anni. Università e sport sono pianeti complementari che cambiano in fretta. Certo, siamo lontani dalle esperienze dei campus statunitensi, ma la peculiarità del nostro modello di sport universitario è spina dorsale del Paese: con 650 impianti siamo elemento strutturale anche per il futuro”. Avvocato, noto per aver colto in aula sentenze e successi di pregio, il numero uno della mamma dei Cus italiani, accelera. “Ci siamo chiesti qual è modello di sport universitario utile al paese nei prossimi dieci anni. Nel panorama delle realtà sportive nazionali siamo in prima fila. Ci siamo e siamo sempre stati al fianco degli studenti, con tradizioni e caratteristiche che assemblano tutte le attività sportive, dal dilettantismo all’agonismo”.

Presidente, riannodiamo il filo. Cosa occorre allo sport universitario?

“Intanto, siamo determinati nel garantire buone pratiche alla quotidianità degli sportivi. Vivere, allenarsi, studiare, competere assieme ma anche  salvaguardare e tutelare gli aspetti sanitari e del benessere. In un mondo sempre più digitale, l’individuo è solo. Lo sport e le università rappresentano il convivere insieme”.

Nei meandri del digitale, cosa serve per il salto di qualità?

“Stiamo riflettendo sulla necessità di trasformare il Cusi in Federazione dello sport universitario. Credo che una nuova veste giuridica si imponga e rappresenti il naturale approdo del nostro movimento”.

Il bersaglio apre l’agenda del dialogo con le istituzioni?

“Sì. Chiederemo con forza al nuovo governo e al Coni questa nuova veste giuridica. E utilizzeremo le Universiadi di Napoli come momento di necessaria validazione”.

Un nuovo abito e regole precise per il futuro. Quali sono le priorità?

“Ampliare e proseguire nel percorso di umanizzazione dello sport e dei giovani. Coniugare con sempre maggiore incisività sport, cultura, formazione e lavoro. Infine, ci preme garantire un livello minimo di assistenza a chiunque acceda allo sport universitario. Rimango convinto che il Cusi possa essere testimonial di uno sviluppo culturale che senza il movimento e le attività sportive sarebbe sterile e destinato a morire”.

Avvocato Lentini, qual è lo spot che riassume l’affresco?

“Lo sport universitario è un luogo materiale e immateriale collettivo, con forti tradizioni che associa e trasforma le esigenze culturali”.

 

 

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