“A Napoli per migliorarci”

“A Napoli per migliorarci”

Le Universiadi, scommessa da non perdere. L’analisi di Mauro Nasciuti, in campo e in pista per il Cusi dal 1966

“Un ricordo? Il gelo di Mosca nel 1973”. Mauro Nasciuti dà una sistemata alla giacca della tuta. I gomiti puntati sul tavolo, la smorfia di chi incolla i ricordi. Il presidente della Commissione tecnica del Cusi è archivio vivente di Campionati nazionali e Universiadi. Luoghi ed emozioni, rabbia, studentesse e studenti in gara. In tanti cresciuti e diventati atleti di profilo mondiale, ma anche dirigenti, uomini dello Stato e delle imprese. “Comunque, buoni cittadini. perché lo spirito del nostro lavoro è anche questo”. Nasciuti è uomo di sport. Nel cuore ha l’atletica. Ma è e rimane figura dirigenziale a 360 gradi. “Ho preso parte ai Cnu di Sassari. Era il 1966. Poi, non sono mai mancato. La mia prima Universiade? Mosca 1973”. Si entra nel vivo. Il count down per il semaforo verde di Napoli scorre in fretta. “Ottimista? Moderatamente, ma devo e voglio esserlo. So che se la caveranno. E noi con loro. Come Cusi abbiamo affrontato l’evento su più fronti. Daxi timori di carattere finanziario e organizzativo. A Napoli, pur essendo evoluta e celebrata nel mondo, non hanno mai avuto grandi eventi sportivi. Sono ancora legati ai Giochi del mediterraneo degli anni Trenta. E gli impianti sono di quel periodo. Ma per il resto, la Campania è sorprendentemente dotata di impiantistica. Ho scoperto piscine e palazzetti molto moderni”.

Lo sport, Napoli e il Cusi: spot allettante. O no?

La scelta di utilizzare il nome e il fascino che Napoli vanta nel mondo, unito al patrimonio impiantistico, e cito lo studentato universitario di Salerno: il migliore d’Italia, e l’aver collegato tanti gioielli, migliorati e aggiornati, è stata la mossa vincente.

Pare di capire che ci sia qualche dubbio.

Diciamo che tecnicamente sono necessarie competenze e capacità accreditate. Sono fiducioso ma sappiamo che non sarà facile.

Il bilancio qual è?

Ho lavorato a Napoli fino a un anno fa per dodici mesi e la soddisfazione è stata modesta. Però, ho continuato a tenere contatti e rapporti per il Cusi. Di recente. con il segretario generale Antonio Dima e il vice presidente Gianni Ippolito, abbiamo visitato i siti con i delegati delle 120 nazioni che partecipano alle Universiadi.

Sensazioni?

I napoletani hanno presentato il loro lavoro in modo accattivante. Dal punto di vista tecnico sono emerse lacune vistose. Ma sono stati campioni di simpatia e modo di fare. Anche l’ammissione da parte di autorità e vertici dell’agenzia regionale, di non aver mai organizzato nulla del genere, con l’aggravante di essere partiti con due anni di ritardo rispetto agli altri non per colpa loro, è stata una mossa onesta. Stanno lavorando molto seriamente e si sono messi a disposizione per consigli e suggerimenti. Da qui, la voglia da parte di tutti di dar loro una mano.

Mauro ha un aneddoto?

Sì. La delegata canadese ha detto di non aver mai mangiato così bene e di aver trovato gente simpaticissima in una città bellissima. Anche da questi passaggi deriva l’ottimismo.

Come va con le Federazioni e con il Coni?

Nonostante i rapporti non buoni con il Coni e forse troppo superficiali con le Federazioni, si intuisce uno sviluppo positivo. Le Federazioni in Italia hanno una lunga tradizione nell’organizzare eventi e contribuiranno al successo delle Universiadi. Dopo un po’ di difficoltà e diffidenza, hanno recepito l’importanza dell’evento.

Da Taipei 2017 a Napoli. Quali sono le prospettive?

A Taipei eravamo circa 250 e abbiamo portato a casa 32 medaglie tra cui 8 ori. Ci siamo piazzati all’ottavo posto e la tradizione ci ha visti sempre intorno al dodicesimo. Però, stati secondi tra le europee. Ha vinto la Russia ma abbiamo preceduto Francia, Inghilterra e Germania.

Chi vince a Napoli?

Russia, Cina, Corea e Giappone sono i giganti da battere.

Lo sport universitario italiano che ambizioni può cullare?

Intanto, saremo presenti in tutte le discipline di squadra, con ragazzi e ragazze. Ci sono incredibili concomitanze, dai mondiali di nuoto agli Europei di atletica under 23 e per noi nuoto, atletica e scherma sono foriere di medaglie, saremo competitivi comunque.

Concomitanze e taglio dei partecipanti condizionano i bersagli?

Sì. Per esigenze organizzative la Fisu e il Comitato di Napoli hanno ridotto la partecipazione degli atleti. E hanno colpito i settori che storicamente portano medaglie all’Italia. Ad esempio, sono state tagliate tiro a segno e a volo, vela  rugby. Inoltre, hanno tolto l’Open water, la 10 km in mare aperto vinta a Taipei da Paltrinieri, mica uno che passa per caso.

Cosa si deduce dai Cnu in corso a L’Aquila?

I Campionati sono decisivi per le discipline individuali. Tra queste, atletica, judo e tennis. La pallacanestro a Napoli potrebbe essere la sorpresa. Partono da posizioni difficili nel ranking ma stanno lavorando molto seriamente. Tanto che il 18 giugno alla Luiss a Roma, la Federbasket presenta con noi il team ai media.

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