In Polonia il primo “Viaggio nella Memoria” dello sport italiano

FederCUSI presente nella delegazione azzurra in visita ai campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau nell’esperienza organizzata dal Ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi.

La scorsa settimana si è svolto il “Viaggio nella Memoria” al quale hanno partecipato novantotto, tra atleti olimpici e paralimpici, dirigenti e tecnici rappresentanti tutto il movimento sportivo italiano. Un viaggio in Polonia realizzato in occasione della ricorrenza dedicata alla commemorazione delle vittime dell’Olocausto, per visitare i luoghi del massacro di Auschwitz-Birkenau organizzato per la prima volta nella storia dal Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Comunità Ebraica di Roma. 

Al seguito della delegazione anche i vertici di Dipartimento per lo Sport, Sport e Salute, Istituto per il Credito Sportivo, CONI e CIP. Una tre giorni di riflessione, condivisione e confronto con l’obiettivo di coltivare la memoria e ribadire l’impegno del sistema sportivo italiano nella diffusione e promozione della cultura del rispetto, del contrasto a ogni forma di razzismo e di discriminazione. 

“Sono stati i momenti emotivamente più profondi – racconta il ministro Abodi –quelli che hanno lasciato il segno. Da un lato c’è stato il silenzio della riflessione, dall’altro gli sguardi eloquenti di tutti noi, nei quali emergeva evidente la commozione. Credo che ognuno dei presenti entrati in questi luoghi del dolore ne sia uscito diverso. Una visita del genere ti lascia nell’anima qualcosa che ti cambia. Migliora la coscienza“. 

A lasciare il segno è l’eterogeneità del gruppo, anche generazionale, in grado di rappresentare nella sua interezza il sistema sportivo italiano, in tutte le sue articolazioni. “Coltivare la memoria – prosegue poi Abodi – è fondamentale. La cronaca del tempo che viviamo dimostra quanto la storia del secolo scorso non abbia ancora insegnato abbastanza gli orrori delle guerre che rinnovano dolorosamente scenografie dell’orrore. La cultura della memoria è fondamentale per non abbassare la soglia dell’attenzione“. Poi conclude: “Chiunque era qui ha riconosciuto il valore della condivisione. È un significato che va raccontato e sono convinto che la testimonianza delle 98 persone presenti in questo viaggio, che appartengono alla grande comunità dello sport italiano, produrrà ulteriori effetti positivi. Cercheremo di fare in modo che anche chi non è venuto possa condividere i sentimenti che abbiamo ‘allenato’. Dopodiché, tanto più in queste circostanze, conteranno i fatti“.

La delegazione degli organismi sportivi in seno al Comitato Olimpico Nazionale Italiano era guidata dal Vice Presidente Claudia Giordani. Presente anche la Federazione Italiana dello Sport Universitario, rappresentata dal segretario ed ex campione universitario con il calcio alle Universiadi del 2015 Filippo Corti: “Un’esperienza totalizzante all’interno della quale un misto di incredulità, rabbia e commozione si sono mischiati per arricchire il mio bagaglio esperienziale e allo stesso tempo incrementare la consapevolezza dell’importanza della Memoria. Sono grato di aver avuto l’opportunità di vivere questa esperienza al fianco di tanti campioni, colleghi e delegati del mondo dello sport con i quali, dal nulla, si è creato un fortissimo legame. Come sostiene il nostro Presidente Federale Antonio Dima lo sport universitario nasce certamente per esaltare le eccellenze della doppia carriera ma la sua storia pone le fondamenta sui valori della pace, dell’inclusione, della fratellanza che in questo viaggio più che mai ho sentito fortemente il dovere di interpretare. Sono onorato di aver rappresentato FederCUSI in questo primo viaggio dello sport italiano in Polonia. 

Dopo aver visitato, il primo giorno, la fabbrica di Schindler e il quartiere ebraico di Cracovia, la delegazione è entrata nei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Al termine dell’esperienza il Ministro Abodi, insieme con i vertici delle istituzioni sportive, ha voluto, con una riunione informale, raccomandare i delegati sull’importanza della testimonianza. Perché il “Viaggio nella Memoria” ha senso non solo per la potenza di un ricordo che dà i brividi, ma per la consapevolezza, e la volontà ferma, di dare una risposta di umanità autentica.

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