Lilli Coiana, determinazione, strategia e passione

di Mario Frongia

Appunti sparsi per la cerimonia in ricordo del presidente “storico” dello sport italiano universitario

La targa e il ritratto. L’atmosfera è speciale, gli umori pure. L’intitolazione a Lilli Coiana della sala riunioni al terzo piano nella sede di via Brofferio, il quadro, pennellate magistrali di Mario Donno, alle pareti. Anche le strette di mano e gli abbracci hanno un sapore speciale. “Ci tenevo, con il direttivo, a ricordare Lilli. Penso che la sala, e il quadro con la sua immagine, sarebbe piaciuta”. La commozione di Antonio Dima contagia anche Giovanni Malagò: “Ho conosciuto Lilli durante la mia prima campagna elettorale, nel 2013. Mi invitò in via Brofferio. Entrai nel suo studio e, per approcciare con un sorriso, mi scappò una battuta su due poltroncine in pelle piuttosto datate. Neppure mi rispose. E mi disse: “Giovanni, vai avanti tranquillo. Sono e siamo con te”.

“Lascia tutto e vieni con me a Roma”. L’aula magna del Centro preparazione olimpica dedicata a Giulio Onesti è al completo. Per un pensiero, a dieci anni dalla scomparsa di Leonardo Lilli Coiana, spentosi a Cagliari l’11 febbraio 2014, sono giunti in tanti. “Ero un giovane dirigente del CUS Lecce, ne diventai il presidente, lavoravo in un’amministrazione pubblica, lo sport e l’organizzazione, così come il tenere relazioni trasparenti e proficue, mi appassionava. Un bel giorno Lilli mi dice: Antonio, lascia tutto e vieni con me a Roma”. Un’investitura ufficiale. “Da allora, da segretario generale, nulla è stato come prima”. Il presidente di FederCUSI trattiene il respiro. “Lilli è stato per me un maestro vero, autentico, anche nei rimproveri, da cui ho imparato molto. Penso che da lassù apprezzi quel che stiamo facendo: l’essere diventati Federazione l’avrebbe molto inorgoglito”.

 

La cerimonia. Nicola Coiana e Stefano Arrica, primogenito e dirigente tirato su, con Marcello Vasapollo, da Lilli Coiana. Il presidentissimo è stato sempre attento alla sua terra e alla sua Cagliari. Tanti gli specialisti, da Pietro Braina a Luca Natale, Paolo Manca, Andrea Uccheddu e lo stesso Nicola, impegnati per anni nel supporto sanitario ai CNU. Menzione speciale per Franco Zanda: ortopedico e amico del dottor Coiana: “L’ho salutato alle 21 di lunedì 10 febbraio. Ricordo il sorriso, stanco ma sereno”.

Cerimonia con il profilo giusto. La giornata, curata dal numero uno di FederCUSI, Antonio Dima, si è sviluppata in due tempi. La prima, nella storica sede di via Brofferio, dove è nata la “Sala Lilli Coiana”. Con il presidente Dima, il vice Gianni Ippolito, il segretario Pompeo Leone, i dirigenti dei CUS di mezza Italia, anche Giovanni Malagò e Roberto Fabbricini, già segretario generale del Coni. La targa è stata scoperta dai nipoti del dottor Coiana, Leonardo e Francesco, figli del primogenito Nicola.

La pesca, la famiglia, i nipoti. Un video ha ripercorso con foto, immagini e interviste la prestigiosa carriera del dirigente sardo. La commemorazione è stata garbata e sincera. Classe ’37, laurea in medicina con quattro specializzazioni, Leonardo “Lilli” Coiana è stato tra i fondatori del CUS Cagliari. Protagonista della vita medico sportiva, anche da responsabile sanitario del Cagliari calcio, ha guidato e dato solidità al CUSI sulla scia e sull’esempio dei pionieri Ignazio Lojacono e Primo Nebiolo. Le foto lo ritraggono felice con una ricciola enorme all’amo assieme a Nicola, in montagna con i nipoti, durante un congresso con la nuora Silvia. Il Natale precedente alla scomparsa, il numero uno del CUSI l’aveva trascorso a Miami, con la figlia Manuela.

 

L’uomo e il manager. “Lilli aveva visione, generosità e grande conoscenza di tutti gli sport. Al tutto univa strategia, capacità relazionali e condivisione. Il suo sogno? Trasformare il CUSI in una Federazione, cosa che siamo riusciti a fare lo scorso anno, grazie all’attenzione di Giovanni Malagò. Ci piace pensare di essere un solido riferimento per quelli e quelle che dirigeranno il Paese nei prossimi decenni” ha aggiunto Antonio Dima “. Le parole di Leonardo e Francesco Coiana sono puntuali. “Vi ringraziamo per questi momenti di ricordo. Mio nonno ci ha lasciato un’eredità importante e siamo fieri che voi la condividiate con noi”

L’affetto del presidente del CONI. “Spiccio, burbero ma con un cuore enorme. La sua parola, da buon sardo, era precisa. Il CUSI ente di promozione era un ibrido che non mi è mai piaciuto. tutti assieme gli abbiamo dato il merito e la competenza che merita” segnala Giovanni Malagò. Terza in Europa e quarta al mondo nel medagliere internazionale, a due bronzi dalla Corea, alle ultime Universiadi di Chengdu in Cina, la famiglia FederCUSI macina record con professionalità, strategie, inclusione e attenzione alle attività degli sportivi degli atenei italiani.

Le memorie delle autorità. L’apprezzamento per Lilli e per il CUSI è arrivato anche da Mario Pescante, già ai vertici delle massime istituzioni sportive nazionali ed estere. “Ho all’attivo quattordici olimpiadi, Parigì sarà la quindicesima. Ricordo che incontrai Lilli Coiana, si stava formando ma aveva una marcia in più, la tempra del dirigente tutto d’un pezzo e decisionista, come tanti ne servirebbero adesso. Mi è sempre piaciuta la sua fermezza e la praticità nel pensare e agire”. Parole al miele anche da Franco Chimenti, già ai vertici di CONI servizi e numero uno del golf tricolore: “Con Andrea Arrica, che me lo ha presentato, Lilli è sempre stato uno dei miei riferimenti nell’isola e nei grandi eventi sportivi, universitari e no. FederCUSI è una eccezionale realtà, Antonio Dima è il perfetto prosecutore delle volontà di Lilli”.

I saluti degli amici. “Lilli è stato un amico indimenticabile, la figura che rimane scolpita nello sport nazionale per quel che ha saputo fare e consolidare. Una persona che non potrò mai scordare” la sintesi dei saluti di Lorenzo Lentini, impegnato a Losanna con il Comitato centrale della FISU. L’intenso applauso per i 60 secondi di silenzio ha dato la misura della bontà nel ricordo del grande manager sardo. Frasi affettuose, un filo di commozione, sguardi lucidi anche dai tanti presidenti federali in prima fila. Infine, i saluti di Carmine Calce (CUS Cassino), Maurizio Rivellino (CUS Molise), Riccardo D’Elicio (CUS Torino), Pino De Fanti, presidente del CUS Cagliari dal 1968 al 1971. Tra i tanti compagni di mille battaglie con Lilli Coiana, assieme agli staff delle Universiadi, l’ortopedico Franco Zanda, i medici sportivi Gianfranco Beltrami e Carlo Tranquilli, il dirigente Roberto Fabbricini, il presidente del CUS l’Aquila Francesco Bizzarri, i fisioterapisti Nazareno Rocchetti e Rita Bottiglieri. 

Roma, 29 Febbraio 2024

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